Monte Grimano Terme, secondo me, è uno di quei borghi “piccoli ma intelligenti” che hanno capito dove possono giocarsi la partita del futuro.

Punti forti, molto chiari:

• Paesaggio e posizione: è letteralmente un balcone sul Montefeltro, con vista che spazia fino all’Adriatico e un contesto verde (Parco Sasso Simone e Simoncello) che si presta benissimo a trekking, bici, cammini lenti e turismo “respirabile”.

• Borgo di impianto medievale a spirale: urbanisticamente è caratteristico, riconoscibile e “instagrammabile” – il che aiuta tantissimo nella comunicazione turistica e negli eventi diffusi nel centro storico.

• Riconoscimento formale: essere tra I Borghi più Belli d’Italia è un bollino che aiuta in promozione, bandi, progetti di rete (Notte Romantica, Borghi di Vino, ecc.).

Molto interessante anche il filone “borgo che vuole rinascere”: l’operazione sull’ex Hotel Belvedere e i bandi per attrarre nuovi soggetti dimostrano che c’è una visione strategica, non solo nostalgia del passato. Si parla esplicitamente di nuova ricettività immersa nel bosco, di turismo sportivo e di un equilibrio uomo–natura: il che intercetta bene i trend post-pandemia (slow tourism, smart working in quota, community hub, ecc.).

I limiti, che in parte sono anche opportunità:

• Scala molto piccola: da solo non regge grandi numeri; deve stare dentro reti territoriali (Montefeltro, Valconca, Urbino–Rimini) e pacchetti integrati.

• Accessibilità e servizi: per un pubblico maturo o per digital nomads servono navette, mobilità dolce, wi-fi solido, qualche locale “vivo” tutto l’anno. Se mancano, la bellezza del borgo rischia di restare episodica.

In sintesi

Monte Grimano Terme è un borgo con identità chiara (benessere + natura + medioevo), 
già dotato di marchi e di una narrazione forte di rinascita. 
Se continua a lavorare su reti territoriali, eventi esperienziali e nuova ospitalità di qualità, 
può diventare un piccolo laboratorio molto interessante di “borgo del futuro” nel Montefeltro.