La Chiesa di Sant’Apollinare segna l'inizio ideale del pellegrinaggio. Immersa in un contesto rurale e isolato, rappresenta una delle più antiche testimonianze della fede contadina nell'area. La sua struttura, probabilmente di origini medievali con successive ristrutturazioni, si distingue per l'essenzialità e la sobria facciata in pietra. Storicamente, era un punto di riferimento spirituale per i poderi sparsi, offrendo ai viandanti un momento di quiete prima di affrontare il cammino. L'atmosfera che si respira qui è di profonda tranquillità, un preludio suggestivo alla scoperta degli altri "conventini".

La Celletta di Meleto è un esempio perfetto di architettura devozionale minore. Non si tratta di una chiesa vera e propria, ma di un'edicola votiva di piccole dimensioni, probabilmente eretta in ringraziamento per una grazia ricevuta o come protezione per i contadini che lavoravano nei campi circostanti. La sua presenza lungo un'antica via rurale sottolinea l'importanza della fede come compagna di viaggio e di lavoro. Questi manufatti sono spesso considerati il "cuore pulsante" della religiosità popolare, conservando al loro interno semplici immagini sacre, talvolta affrescate.

Proseguendo lungo il percorso, la Celletta di Ca’Tommassino si presenta come un ulteriore punto di sosta e preghiera. La sua ubicazione strategica, in prossimità di antichi casolari o incroci viari, suggerisce la funzione di baluardo spirituale per chi si avventurava nelle valli. Queste cellette rurali, spesso incastonate nel paesaggio come piccoli scrigni, testimoniano un tempo in cui ogni passo e ogni attività agricola erano scanditi da un profondo senso del sacro. Rappresenta l'identità devozionale di una comunità che affidava la propria esistenza alla protezione celeste.

La Chiesina di Savignano segna il primo incontro con una struttura più definita e centrale per una comunità insediata. Sebbene di dimensioni contenute, questa chiesina ha servito per generazioni come il fulcro della vita spirituale della frazione. La sua architettura essenziale, tipica delle chiese di campagna, spesso cela al suo interno un'atmosfera raccolta e preziosi dettagli devozionali. La tappa offre l'opportunità di riflettere sul ruolo di queste piccole chiese, veri e propri centri di aggregazione sociale e religiosa in un tessuto rurale sparso.

Questa tappa, pur essendo un rudere, è forse la più ricca di fascino storico. L'antico convento dei Domenicani, sebbene nel vicino territorio di Montecerignone, fu per secoli un centro di grande potere spirituale e culturale, influenzando tutta la valle. I resti delle mura e delle strutture monacali raccontano di una vita dedita alla preghiera, allo studio e al lavoro. Camminare tra queste rovine offre un'immersione diretta nella storia medievale e rinascimentale, permettendo di immaginare la grandezza e la disciplina degli ordini religiosi che hanno plasmato il paesaggio e la fede locale.

Questa chiesa, dedicata alla Vergine Assunta, è l'edificio religioso principale e più solenne della frazione di Savignano. La dedicazione a Santa Maria Assunta sottolinea una forte e sentita devozione mariana, comune in molte comunità rurali. Spesso di dimensioni maggiori rispetto alla chiesina precedente, la sua architettura riflette i canoni costruttivi locali con una particolare attenzione agli spazi liturgici. È qui che si svolgono le principali festività, rappresentando un vero e proprio polo di identità per gli abitanti.

La Chiesa di Montetassi spicca per la sua posizione dominante. Edificata su un'altura panoramica, non solo è un luogo di culto, ma un vero e proprio punto di osservazione sulla valle circostante, offrendo viste spettacolari che inquadrano il paesaggio marchigiano-romagnolo. La scelta del sito di costruzione riflette l'antica usanza di collocare i luoghi sacri in posizioni che elevano lo spirito, in un dialogo costante tra l'opera umana e la grandezza del creato. Una tappa che unisce la contemplazione spirituale a quella paesaggistica.

La Chiesa di Suripe ci riporta all'essenza del "conventino": una piccola chiesa profondamente radicata in un contesto rurale e forse più isolato. Questa chiesetta è un gioiello di semplicità, la cui storia è strettamente legata alle vicende dei pochi insediamenti che la circondano. La sua bellezza risiede nella modestia architettonica e nella sensazione di pace che emana. Per il pellegrino, la sosta a Suripe è un momento di vera quiete, preludio al ritorno verso il centro abitato principale.

Il percorso si conclude con la Chiesa di San Silvestro, l'edificio di culto più significativo situato nel cuore del centro storico di Monte Grimano Terme. La sua imponenza e la sua storia secolare riflettono lo status di chiesa madre della comunità. La struttura, che ha subito diverse trasformazioni nel tempo, custodisce opere d'arte e testimonianze storiche che narrano la vita del borgo. Arrivare qui non è solo la fine del cammino fisico, ma il completamento di un viaggio spirituale e culturale attraverso la storia religiosa e popolare del territorio.